“Un veto da Sisi”: il presidente egiziano denuncia le irregolarità elettorali e invita all’annullamento dei risultati

“Un veto da Sisi”: il presidente egiziano denuncia le irregolarità elettorali e invita all’annullamento dei risultati
Il Capo dello Stato interviene dopo la prima e la seconda fase delle parlamentari: “Non permetterò ostacoli al progresso dell’Egitto”. L’Autorità Elettorale annulla 19 distretti e proseguono gli arresti per compravendita di voti.
di Chiara Cavalieri *
IL CAIRO- Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi è tornato a commentare le irregolarità emerse durante le elezioni parlamentari, dopo il primo turno della seconda fase svoltosi il 24 e 25 novembre 2025. L’occasione è stata la visita all’Accademia militare nella Nuova Capitale Amministrativa, dove ha risposto alle domande degli studenti selezionati per entrare nelle forze armate.
Interpellato sulle anomalie segnalate durante il voto, il presidente ha ribadito che le sue dichiarazioni degli ultimi giorni – nelle quali denunciava “eventi inaccettabili” – rappresentano un vero e proprio “veto” contro pratiche che minano la fiducia nel processo elettorale. Un veto simbolico, di protesta, ma rivolto direttamente alle istituzioni responsabili della gestione delle elezioni.
Sisi ha espresso “totale insoddisfazione” per quanto accaduto in alcuni distretti, sottolineando di voler garantire che “tutto sia completato nel migliore dei modi, in linea con i desideri del popolo egiziano”.
“L’Egitto era sull’orlo del collasso”: la narrativa della stabilità
Il presidente ha ricordato che nel 2011 l’Egitto “era sul bordo del collasso” e che, dal 2014 – anno della sua ascesa alla presidenza – ha dedicato ogni sforzo a costruire uno Stato forte, stabile e funzionante.
Un obiettivo che, ha ribadito, “sarà raggiunto solo con la volontà collettiva” di istituzioni e cittadini. Poi ha aggiunto una frase che riflette la direzione politica del suo intervento:
> “Impedirò qualsiasi ostacolo che impedisca il progresso. Questo obiettivo sarà raggiunto grazie a Dio e all’opera degli egiziani.”
Una dichiarazione che, nel contesto attuale, suona come un monito contro ogni tentativo di manipolare il processo politico.
Il messaggio shock sui social e il ruolo dell’Autorità Elettorale Nazionale
Pochi giorni prima, il presidente aveva scosso l’opinione pubblica pubblicando un messaggio inatteso sui suoi canali social ufficiali. Nel post denunciava di aver ricevuto segnalazioni riguardo a “eventi inaccettabili” verificatisi in alcuni distretti della prima fase elettorale, che coinvolgeva 14 governatorati.
Nel suo messaggio, Sisi aveva invitato la Autorità Elettorale Nazionale (NEA) – unico organo legalmente autorizzato a pronunciarsi sui ricorsi – a:
●rivelare onestamente la volontà reale degli elettori;
●aumentare la trasparenza delle procedure;
●garantire che ogni candidato riceva la copia ufficiale del conteggio dei voti;
●non esitare ad annullare le elezioni, anche totalmente, se l’esito non riflette la volontà popolare;
●rendere pubbliche le misure adottate contro le violazioni delle norme sulla campagna elettorale.
Una presa di posizione rarissima da parte del presidente, che ha immediatamente amplificato l’attenzione mediatica e istituzionale.
La decisione della NEA: annullati 19 distretti
In risposta alle indicazioni presidenziali, la NEA ha annunciato l’annullamento dei risultati in 19 distretti elettorali, distribuiti in 7 governatorati tra i 14 coinvolti nella prima fase. Una decisione senza precedenti per numero e portata, basata su ricorsi e denunce di:
●falsificazione di documenti e schede;
●acquisto di voti;
●influenza indebita sul processo elettorale;
●presenza di soggetti non autorizzati nei seggi.
Si tratta di un segnale di forte pressione istituzionale verso la correzione del processo elettorale, destinato ad avere ricadute politiche nei prossimi mesi.
Violazioni anche nella seconda fase: arresti per compravendita di voti
Nonostante le parole del presidente e l’aumento della vigilanza, le irregolarità non si sono fermate. Il Ministero dell’Interno ha comunicato l’arresto di numerosi individui coinvolti nella distribuzione di denaro in cambio di voti in diversi governatorati partecipanti alla seconda fase.
Gli arresti confermano che:
○la compravendita di voti rimane una pratica radicata in alcune aree;
○le reti clientelari continuano a influenzare il voto, soprattutto nelle zone più vulnerabili;
○il controllo statale, pur rafforzato, non è riuscito a prevenire del tutto i tentativi di manipolazione.
L’intervento delle forze di sicurezza potrebbe portare a ulteriori ricorsi e a decisioni simili a quelle già adottate nella prima fase.
Un messaggio politico forte e un sistema ancora fragile
Le dichiarazioni di Sisi e la reazione della NEA rappresentano un messaggio chiaro: l’immagine istituzionale delle elezioni è una priorità da salvaguardare, anche a costo di annullare intere tornate elettorali.
Tuttavia, la persistenza delle violazioni mostra come il sistema politico egiziano debba ancora affrontare:
●fragilità strutturali;
●dinamiche di potere locali difficili da controllare;
●pratiche clientelari radicate;
●scarsa fiducia di parte della popolazione nei meccanismi istituzionali.
Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se le misure richieste da Sisi porteranno a un reale miglioramento o se prevarrà la logica emergenziale, basata su interventi caso per caso.
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