Italia -Regionali ed astensione
AISC News.. Di Edoardo Arpi
Alle regionali l’unica cosa che cresce è… l’astensione. Puglia 42%, Veneto 44,5%, Campania 44%. Altri 10 punti in meno rispetto alle scorse elezioni.
Rispetto al voto del 2020:
– Campania: circa 570.000 elettori in meno
– Puglia: circa 510.000 elettori in meno
– Veneto: circa 700.000 elettori in meno
In totale più 7,2 milioni di cittadini su un totale di 12,8 di aventi diritto. Praticamente ha votato la stessa gente che va in palestra a capodanno.
E mentre il Paese non vota più, i politici festeggiano.
Il calo dei votanti è ormai inarrestabile, e anche queste elezioni non hanno di certo offerto un motivo per invertire la tendenza.
D’altra parte, come ormai da consuetudine, gli alternativi erano al banchetto con i soliti noti. In Campania chi si professava anticasta correva con Mastella e i veterani del sistema De Luca. Lo stesso De Luca che, dopo aver rappresentato per anni il male assoluto e che proprio oggi ha fatto querelare Ranucci (chissà se la Schlein se ne è accorta). Traduzione: la rivoluzione è finita nel fritto misto, più cuoppi che coerenza.
In Puglia, gli anti-armamenti sostenevano l’europarlamentare piddino Antonio Decaro, ovvero colui che in Europa ha votato tutto il possibile per riempire gli arsenali.
Pacifisti by day, falchi by night.
Intanto il cittadino medio ha capito tutto: la politica è diventata una fiction senza pubblico. Gli attori sul palco continuano a recitare anche se il teatro è vuoto. E si danno pure le pacche sulle spalle.
Destra e sinistra litigano come coppie a “Temptation Island”, ma poi sulle cose pesanti sono più uniti che mai.
Più la politica si uniforma, più gli elettori scappano. E nel frattempo i leader si autoproclamano vincitori di una partita che il pubblico ha già abbandonato da tre stagioni.
Il sipario si sta chiudendo. Gli unici a non accorgersene sono quelli ancora impegnati a contendersi l’applauso immaginario di quelle percentuali che fanno da paravento al vuoto.
✍️Marco Degli Angeli
