“Hamza-2”: la stampa israeliana segnala una svolta nell’industria della difesa egiziana

“Hamza-2”: la stampa israeliana segnala una svolta nell’industria della difesa egiziana
AISC News.. TEL AVIV- Israele esprime preoccupazione per il riavvicinamento militare tra Il Cairo e Pechino. Il nuovo drone egiziano-cinese rappresenta una pietra miliare nella strategia di autonomia militare dell’Egitto.
La rivista militare israeliana Israel Defense ha evidenziato quella che definisce una “fase avanzata e profondamente significativa” nelle relazioni tra Egitto e Cina, sottolineando la crescente inquietudine negli ambienti della sicurezza israeliana riguardo alla cooperazione industriale nel settore della difesa fra i due Paesi.
Secondo la rivista, Il Cairo e Pechino hanno firmato un accordo strategico per la produzione congiunta di droni armati, culminato nella presentazione ufficiale del nuovo Hamza-2, un velivolo senza pilota che, a detta degli analisti israeliani, segna un punto di svolta nelle capacità aeree egiziane e nella sua volontà di avanzare lungo la strada dell’autosufficienza militare.
Un memorandum d’intesa storico tra AOI e NORINCO
Durante una cerimonia ufficiale, è stato siglato un memorandum d’intesa fra l’Organizzazione Araba per l’Industrializzazione (AOI) e il colosso cinese North Industries Group (NORINCO), uno dei principali produttori di sistemi UAV in Africa, Medio Oriente e Asia.
Nel corso dell’evento, il drone Hamza-2 è stato presentato pubblicamente per la prima volta.
Il presidente dell’AOI, il maggiore generale Mokhtar Abdel Latif, ha confermato che l’Hamza-2 viene già prodotto in Egitto, nel quadro di un ampio programma di trasferimento tecnologico e co-produzione con la Cina. Abdel Latif ha ribadito che la partnership è parte integrante della visione nazionale per costruire un complesso industriale della difesa moderno e competitivo.
Le caratteristiche dell’“Hamza-2”: derivato dall’ASN-209 ma potenziato
Israel Defense spiega che l’Hamza-2 deriva dal progetto cinese ASN-209, un drone tattico di media quota utilizzato per:
●sorveglianza a lungo raggio
●operazioni di ricognizione
●attacchi di precisione
La versione egiziana, tuttavia, sarebbe equipaggiata con:
●munizioni guidate,
●punti d’attacco rinforzati,
●armamenti dedicati per operazioni offensive.
Secondo la rivista, la produzione in Egitto comprende componenti locali combinati con parti importate dalla Cina, riflettendo l’approccio seguito dal Cairo: “prima l’acquisto, poi la localizzazione e infine la produzione nazionale autonoma”.
Modernizzazione militare e riduzione della dipendenza dall’estero
Israel Defense colloca lo sviluppo dell’Hamza-2 all’interno di un più ampio processo di modernizzazione delle forze armate egiziane.
Negli ultimi anni, l’Egitto ha investito massicciamente nelle sue capacità:
●aeronautiche,
●missilistiche,
●navali,
●di difesa elettronica.
Il Cairo ha già acquistato dalla Cina droni, missili da crociera e caccia, utilizzando tali acquisizioni come base per progetti di cooperazione industriale più complessi.
Il nuovo velivolo rappresenta dunque una tappa cruciale nell’obiettivo di:
•sviluppare capacità offensive di precisione,
•costruire una filiera di produzione nazionale,
•ridurre drasticamente la dipendenza da fornitori stranieri,
•incrementare l’autonomia strategica regionale.
Israele osserva con attenzione: “Una trasformazione negli equilibri regionali”
La rivista sottolinea che la partnership Egitto-Cina nel settore sensibile dei droni armati indica un livello di fiducia reciproca “profondo” e rappresenta una sfida indiretta agli attuali equilibri della difesa nel Medio Oriente.
Secondo analisti citati da Israel Defense, l’ingresso dell’Egitto nella produzione di droni da combattimento di concezione moderna:
●rafforza la sua capacità deterrente,
●amplia il raggio delle sue operazioni tattiche,
● contribuisce a consolidarlo come potenza regionale emergente.
La rivista conclude che l’Hamza-2 non è soltanto un nuovo drone, ma “una pietra miliare nel percorso dell’industria della difesa egiziana” e un segnale della determinazione del Cairo a costruire un arsenale tecnologicamente avanzato.
*L’autrice è presidente della associazione Italo-Egiziana Eridanus e vicepresidente del Centro Studi UCOI-UCOIM.
Fonte: Israel Defense, rivista militare israeliana
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