Egitto e Canale di Suez verso il 2030 Verde: firmato protocollo per la nuova stazione di liquefazione e rifornimento energetico.

Egitto e Canale di Suez verso il 2030 Verde: firmato protocollo per la nuova stazione di liquefazione e rifornimento energetico.
di Chiara Cavalieri *
ASISC News.. IL CAIRO– In un passo fondamentale verso la transizione energetica, l’ing. Karim Badawi, Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie, e il gen. Osama Rabie, Presidente dell’Autorità del Canale di Suez, hanno firmato oggi un protocollo d’intesa per avviare le procedure esecutive di una nuova stazione di liquefazione, stoccaggio e rifornimento di gas naturale liquefatto (GNL) nella zona di Al-Reswa a Port Said.
Alla cerimonia, tenutasi presso la sede dell’Autorità a Ismailia, erano presenti il gen. Ashraf Atwa, vicepresidente, e diversi membri del Consiglio di Amministrazione.
Obiettivi e contenuti del protocollo
La nuova stazione rientra nella strategia nazionale per la transizione verso un’economia verde e comprende:
• Liquefazione del gas naturale
• Stoccaggio del GNL
• Rifornimento di navi e rimorchiatori
• Infrastrutture logistiche ecocompatibili
Il protocollo punta a:
• Garantire forniture di gas stabili per la stazione
• Coordinare Ministero, EGAS e Autorità del Canale sulle procedure tecniche ed esecutive
• Avviare i lavori del progetto dopo studi avanzati condotti con partner internazionali
• Integrare il progetto nelle linee guida del piano nazionale di transizione energetica
Cooperazione internazionale e studi tecnici
Il progetto è stato sottoposto a uno studio approfondito con istituzioni della Corea del Sud, in collaborazione con il Ministero della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale.
L’Autorità del Canale ha già firmato un memorandum con la parte coreana che definisce:
• dettagli tecnici,
• condizioni esecutive,
• valutazioni economiche,
• fasi di implementazione.
Le procedure sono ora nella fase finale.
Le dichiarazioni del Ministro del Petrolio
L’ing. Karim Badawi ha elogiato il ruolo dell’Autorità del Canale nei progetti ambientalmente sostenibili, affermando:
• Il GNL rappresenta un carburante pulito che riduce le emissioni.
• Il progetto è essenziale per trasformare il Canale in un corridoio marittimo verde.
• La stazione fungerà da nodo strategico per attrarre investimenti in nuovi progetti di rifornimento navale green.
• La cooperazione tra Ministero e Autorità sarà piena e integrata, con supporto tecnico del settore petrolifero.
Le dichiarazioni del Presidente dell’Autorità del Canale di Suez
Il gen. Osama Rabie ha sottolineato:
• Che il progetto sostiene l’obiettivo di trasformare il Canale in una Green Canal entro il 2030.
• Che l’iniziativa è pienamente in linea con le politiche dell’IMO per ridurre le emissioni carboniche del settore marittimo.
• Che la nuova stazione supporterà la conversione a GNL della flotta dell’Autorità (rimorchiatori e traghetti).
• Che il Canale deve mantenere la sua leadership competitiva globale adottando politiche energetiche moderne e sostenibili.
• Che il progetto si inserisce in una strategia integrata di sviluppo dei servizi marittimi e logistici.
La firma del protocollo
• Per l’Autorità del Canale di Suez: ing. Ahmed El-Barbary, Direttore delle Officine Navali
• Per il Ministero del Petrolio: ing. Wael Lotfi Mostafa, Capo della Direzione Centrale Progetti.
La firma del protocollo tra il Ministero del Petrolio e l’Autorità del Canale di Suez per la costruzione della nuova stazione di liquefazione e rifornimento GNL rappresenta molto più di un progetto tecnico: è una mossa geopolitica strategica con implicazioni regionali e globali.
L’Egitto sta consolidando la sua posizione come hub energetico del Mediterraneo orientale, un obiettivo perseguito da anni attraverso l’espansione della rete di gasdotti, lo sviluppo di infrastrutture di GNL e la cooperazione con attori chiave come Grecia, Cipro, Italia, Corea del Sud e le compagnie energetiche internazionali.
Questa iniziativa rafforza tre assi principali:
1. Sicurezza energetica globale
In un momento in cui le rotte energetiche sono minacciate dalle tensioni nel Mar Rosso, nel Golfo e nel Mediterraneo, il Canale di Suez diventa un nodo critico per garantire rifornimenti sicuri e stabili. Una stazione di GNL proprio lungo la rotta commerciale più importante del mondo è un elemento di stabilizzazione per il commercio globale.
2. Competizione con le nuove rotte alternative
Il progetto rafforza la posizione del Canale di Suez in un contesto in cui potenze come Israele, Turchia e persino Russia stanno cercando corridoi alternativi per il commercio e l’energia (Corridoio India-Medio Oriente-Europa, corridoio russo settentrionale, linee terrestri e ferroviarie).
Un Canale “green”, tecnologicamente avanzato e energeticamente autosufficiente diventa più competitivo e attraente.
3. Allineamento con l’IMO e leadership climatica regionale
L’adozione di infrastrutture GNL pone l’Egitto in posizione di leadership nella trasformazione ecologica delle rotte marittime. Mentre molte potenze sono in ritardo nell’adeguarsi alle direttive dell’IMO, l’Egitto anticipa i tempi e si propone come piattaforma per il rifornimento green dell’intero traffico navale nell’area.
Sul piano interno, il progetto rafforza l’immagine dell’Egitto come Paese capace di integrare crescita economica, sicurezza energetica e sostenibilità, un equilibrio fondamentale per attirare capitale estero e consolidare la stabilità interna.
Dal punto di vista geopolitico, questa mossa comunica un messaggio molto chiaro:
il Canale di Suez non è solo una rotta commerciale, ma un attore strategico dell’energia globale del futuro.
*L’autrice è presidente della associazione Italo-Egiziana Eridanus e vicepresidente del Centro Studi UCOI-UCOIM.
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