COMUNICATI STAMPA

COMUNICATO STAMPA AMSI-UMEM-CO-MAI-AISC-UNITI PER UNIRE 6 FEB 2025 / RICERCA E STATISTICHE MONDIALI DI AMSI-UMEM-CO-MAI-AISC-UNITI PER UNIRE SULLE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI

Mondo: Oltre 255 milioni di donne e bambine hanno subito MGF. Ogni anno circa 3,3 milioni sono a rischio. Si stima che entro il 2030 oltre 92 milioni di bambine potrebbero essere mutilate.

Europa: Più di 640.000 vittime, concentrate in 17 paesi. I paesi più colpiti sono Regno Unito, Francia, Germania e Italia

Italia: Circa 92.600 donne vittime, di cui almeno 8.200 minorenni. Il 24% delle giovani migranti proviene da paesi a rischio.

Aodi: «serve un osservatorio internazionale ,il fenomeno non si arresta e che continua a colpire bambine e giovani donne. Non possiamo rimanere a guardare, servono azioni concrete e un impegno collettivo per fermare questa violenza , più informazione e formazione e tutelare chi denuncia e raccolta date ogni anni con le conseguenze psicologici e fisici e sessuali.».

ROMA 6 FEB 2025 – Le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) sono una pratica brutale che continua a colpire milioni di bambine e donne in tutto il mondo, con numeri in costante crescita. AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea), Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire sono associazioni impegnate da tempo nella tutela dei diritti umani, nella promozione della salute globale e nel contrasto a pratiche dannose come le mutilazioni genitali femminili. Attraverso una rete internazionale di medici, ricercatori e giornalisti in oltre 120 paesi, monitorano l’evoluzione del fenomeno e propongono strategie di prevenzione e sensibilizzazione.

Il professor Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto di salute globale, nonché Direttore dell’Agenzia Britannica Mondiale Informazione Senza Confini, membro del Registro Esperti FNOMCEO e 4 volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata, sottolinea la gravità della situazione: «Le MGF sono una tragedia che non conosce confini. Il nostro lavoro di monitoraggio, condotto con il supporto di giornalisti e medici in oltre 120 Paesi, evidenzia che il fenomeno è in crescita. È necessario un impegno internazionale concreto per proteggere le vittime e prevenire ulteriori mutilazioni. Stiamo assistendo a una tendenza preoccupante: nonostante le campagne di sensibilizzazione e le leggi in diversi paesi, le mutilazioni genitali femminili continuano a essere praticate in segreto, spesso con il sostegno di famiglie e comunità che perpetuano questa orribile tradizione.

Non possiamo sottovalutare il trauma psicologico e fisico che queste giovani donne affrontano. Le conseguenze sulla salute sono devastanti: emorragie, infezioni, complicazioni durante il parto, dolori cronici e traumi emotivi che segnano per sempre la loro vita. Dobbiamo unire le forze per rafforzare la prevenzione, lavorando direttamente nelle comunità più colpite, educando e sensibilizzando le famiglie per eliminare le false credenze che perpetuano questa pratica.

Chiediamo ai governi di adottare misure più severe contro chi continua a praticare le MGF e a sostenere programmi di assistenza per le vittime. Abbiamo bisogno di finanziamenti per garantire l’accesso a cure mediche specializzate, supporto psicologico e percorsi di reintegrazione per le donne che hanno subito questa violenza. Non possiamo permettere che questa pratica continui nell’indifferenza generale».

STATISTICHE E INDAGINI: IL QUADRO ATTUALE

Le mutilazioni genitali femminili sono diffuse in oltre 30 paesi, con numeri drammatici. In Somalia, il 98% delle donne ha subito questa pratica. Guinea e Mali registrano rispettivamente il 97% e l’89% delle donne mutilate. In Sudan il tasso è del 90%, mentre in Egitto l’87% delle donne è stata sottoposta a MGF, nonostante le leggi che ne vietano la pratica. In Yemen l’85% delle bambine e donne ne è vittima, mentre in Iraq la percentuale è del 60%. L’Afghanistan ha visto un aumento significativo, con il 25% delle giovani donne mutilate.

Anche in Europa il problema è grave: in Regno Unito oltre 137.000 donne hanno subito MGF, in Francia 125.000 e in Germania almeno 67.000. L’Italia conta circa 92.600 donne vittime, di cui almeno 8.200 minorenni, e il 24% delle giovani migranti proviene da paesi in cui la pratica è diffusa e dunque è considerato a rischio.

A livello globale, il fenomeno riguarda 255 milioni di donne, con il 37% delle giovani tra i 15 e i 49 anni che hanno subito mutilazioni genitali. I dati dimostrano un incremento del 30% negli ultimi dieci anni, rendendo urgente un intervento immediato.

L’APPELLO DI FOAD AODI: SERVE UN OSSERVATORIO INTERNAZIONALE CONTRO LE MGF

«Dobbiamo agire subito – continua Aodi -. Per questo proponiamo l’istituzione di un Osservatorio Anti-Mutilazioni Genitali Femminili per promuovere formazione, ricerca, istruzione, comunicazione e protezione. Solo attraverso una rete internazionale di esperti e associazioni possiamo fare la differenza e fermare questa strage silenziosa. Non possiamo permettere che centinaia di migliaia di donne subiscano ancora questa barbarie. È fondamentale intensificare il lavoro di educazione culturale, sensibilizzando non solo le vittime e le loro famiglie, ma anche i leader religiosi, i responsabili delle comunità e gli operatori sanitari per diffondere il messaggio che questa pratica non ha alcuna giustificazione medica né religiosa».

Le associazioni firmatarie del comunicato chiedono inoltre:

  • Maggiori controlli e applicazione rigorosa delle leggi nei paesi dove le MGF sono ancora diffuse.
  • Campagne di sensibilizzazione globali, per informare e prevenire la diffusione di questa pratica tra le comunità migranti.
  • Formazione per operatori sanitari e sociali, affinché possano riconoscere e assistere le vittime. Il 73% dei professionisti della sanità in Italia non è aggiornato abbastanza a riguardo.
  • Collaborazione tra istituzioni e comunità migranti, coinvolgendo leader religiosi e sociali nella lotta contro le MGF.

«Ogni anno in totale circa 3 milioni e 300 mila bambine sono a rischio di mutilazione genitale femminile, mentre 155 milioni di donne e bambini soffrono delle conseguenze fisiche e psicologiche di questa pratica. Tra le principali ripercussioni si registrano problemi fisici, complicazioni psicologiche e danni permanenti alla salute.

In Europa, le vittime sono oltre 640.000, distribuite principalmente in 13 paesi. Inoltre, si stima che entro il 2030 più di 92 milioni di bambine potrebbero subire mutilazioni genitali femminili.

È fondamentale coinvolgere gli operatori sanitari, poiché il 75% di loro non è adeguatamente formato su questo tema e molti ignorano del tutto la gravità del fenomeno. Vi è grande confusione al riguardo, poiché si tratta di una pratica priva di fondamenti religiosi, nonostante sia spesso erroneamente associata a precetti di fede. In realtà, essa deriva da tradizioni tribali e interpretazioni puramente culturali e personali.

Il Prof. Foad Aodi esorta tutti i professionisti della sanità a unirsi nella battaglia contro questa violenza, partecipando ad attività di aggiornamento e approfondimento, per contrastare efficacemente questo crimine contro le donne.

Il nostro impegno non si fermerà fino a quando non avremo eliminato questa orribile pratica, garantendo sicurezza e diritti a tutte le donne del mondo», conclude Aodi.

SCHEDE STATISTICHE AMSI-CO-MAI-UMEM-AISC-UNITI PER UNIRE SU MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI (MGF) GENNAIO 2025

NUMERO TOTALE DI VITTIME

255 milioni di donne e bambine nel mondo hanno subito MGF

+30% di casi negli ultimi 10 anni
37% delle donne tra 15 e 49 anni è stata mutilata

PAESI CON I TASSI PIÙ ALTI

Somalia: 98% delle donne mutilate
Guinea: 97%
Mali: 89%
Sudan: 90%
Egitto: 87%
Yemen: 85%
Iraq: 60%
Afghanistan: 25% (in aumento)

SITUAZIONE IN EUROPA

Regno Unito: 137.000 vittime
Francia: 125.000
Germania: 67.000

Italia: 92.600 (di cui 8.200 minorenni)

24% delle giovani migranti in Italia proviene da Paesi a rischio

CONSEGUENZE DELLE MGF

Fisiche: emorragie, infezioni, complicazioni ostetriche, dolori cronici
Psicologiche: traumi, depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico

RICHIESTE E PROPOSTE

Creazione di un Osservatorio Internazionale Anti-MGF

Maggiore applicazione delle leggi contro le MGF nei paesi colpiti

Campagne di sensibilizzazione tra comunità migranti
Formazione di operatori sanitari e sociali per il riconoscimento delle vittime

Coinvolgimento le comunità straniere per contrastare la pratica per questo con la nostra rete del agenzia mondiale Informazione senza confini Aisc_News e Radio Co-mai internazionale e Aisc_Tv presenti in 120 paesi stiamo promovendo campagne di formazione ed informazione multilingue in tutti i settori compreso la MGF coinvolgendo esperti da tutto il mondo.

Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, esperto di salute globale, con il Dr. Jamal Abo A. (Vice Presidente AMSI), il Dr. Mihai Baleanu (Portavoce AMSI), il Dr. Kamran Paknegad (Segretario Generale AMSI), la Dr.ssa Eugenia Voukadinova (Vice Segretario Generale AMSI), e il Dr. Nadir Aodi Podologo (Coordinatore Commissioni “Podologi” e “Nuove Generazioni” di AMSI, Uniti per Unire e UMEM), Kamel Belaitouche Coordinatore Organizzativo del Movimento Uniti per Unire 

Ufficio Stampa Uniti per Unire Sede operativa presso il Centro Medico Iris ItaliaVia Valsavaranche 83-85, Roma

Tel. 06.8862793

www.unitiperunire.org

www.aisc.news.it

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